Mostre e Eventi

Indagare il territorio attraverso la lente dell’arte

Intervista ad Angela Stefani realizzata da Ilaria Roncada

Angela Stefani, storica dell’arte e presidente dell’associazione culturale Metamorfosi Gallery, ci parla del progetto a finanziamento europeo per la formazione di docenti universitari, che ha realizzato in collaborazione con la scuola francese Ensfea.

Com’è nata questa iniziativa e in cosa consiste?

La scorsa estate ho curato la mostra Veritas, tappa vicentina di un progetto espositivo internazionale tedesco, francese e italiano. In quell’occasione ho conosciuto l’artista di Tulle Didier Cristophe che è anche professore all’Ensfea, École Nationale Supérieure de Formation de l’Enseignement Agricole. Cristophe mi ha parlato di un progetto Erasmus per la formazione di docenti universitari e mi ha chiesto di partecipare. Gli insegnanti ai quali è dedicato il progetto si occupano di educazione socioculturale con un approccio trasversale e interdisciplinare per i diversi indirizzi dell’Ensfea. La finalità che ci siamo dati è stata quella di privilegiare l’arte come canale comunicativo per la conoscenza del territorio, fornendo ai docenti diverse esperienze inerenti la didattica, l’arte e la cultura che permettano loro di elaborare nuove strategie pedagogiche e strumenti educativi.

Obiettivo ambizioso: come si concretizza?

Metamorfosi accoglierà il gruppo di insegnanti in trasferta e illustrerà loro le azioni dell’associazione, che persegue il fine di diffondere una sensibilità artistica e una cultura del contemporaneo, proponendosi come elemento connettivo fra la città e i giovani artisti e creando una rete di iniziative, conferenze ed esposizioni. Per questo progetto specifico abbiamo pensato a quali realtà locali potessero corrispondere ai nostri obiettivi formativi, costruendo un percorso didattico frutto di nuove collaborazioni e vecchie alleanze.

Quali associazioni sono state coinvolte nel progetto?

In primo luogo abbiamo chiesto il contributo del CCF, Centro di Cultura Fotografica, che presenterà la mostra realizzata lo scorso anno, curata da Pietro Vertamy, avente come oggetto l’analisi del territorio di Vicenza Ovest. L’esposizione, intitolata FuoriCentro, attraverso una lettura artistica dei cambiamenti subiti dall’area industriale, metteva a fuoco un luogo normalmente relegato a sfondo della quotidianità lavorativa, facendolo diventare oggetto di un’attenzione nuova.
Un altro importante apporto sarà dato dalla partecipazione di Ardea, associazione per la didattica museale che lavora nelle sedi civiche di Vicenza. Ardea illustrerà ai docenti il patrimonio artistico conservato nella pinacoteca di Palazzo Chiericati e introdurrà le modalità educative con cui tali opere vengono presentate agli studenti. Il loro intervento didattico proseguirà poi a Villa Caldogno, approfondendone il valore artistico e dell’abitare il territorio.
Un’ulteriore collaborazione andrà a completare la conoscenza del patrimonio veneto e delle ville, con la visita a Villa Valmarana, dove i docenti avranno modo di incontrare la proprietà che gestisce e promuove la conoscenza dell’edificio e delle sue ricchezze artistiche.

Quali associazioni sono state coinvolte nel progetto?

In primo luogo abbiamo chiesto il contributo del CCF, Centro di Cultura Fotografica, che presenterà la mostra realizzata lo scorso anno, curata da Pietro Vertamy, avente come oggetto l’analisi del territorio di Vicenza Ovest. L’esposizione, intitolata FuoriCentro, attraverso una lettura artistica dei cambiamenti subiti dall’area industriale, metteva a fuoco un luogo normalmente relegato a sfondo della quotidianità lavorativa, facendolo diventare oggetto di un’attenzione nuova.
Un altro importante apporto sarà dato dalla partecipazione di Ardea, associazione per la didattica museale che lavora nelle sedi civiche di Vicenza. Ardea illustrerà ai docenti il patrimonio artistico conservato nella pinacoteca di Palazzo Chiericati e introdurrà le modalità educative con cui tali opere vengono presentate agli studenti. Il loro intervento didattico proseguirà poi a Villa Caldogno, approfondendone il valore artistico e dell’abitare il territorio.
Un’ulteriore collaborazione andrà a completare la conoscenza del patrimonio veneto e delle ville, con la visita a Villa Valmarana, dove i docenti avranno modo di incontrare la proprietà che gestisce e promuove la conoscenza dell’edificio e delle sue ricchezze artistiche.

I docenti saranno coinvolti anche praticamente nella creazione artistica?

Sì, grazie al contributo di un’altra artista, Manuela Veronesi, con cui Metamorfosi Gallery ha una consuetudine che dura da tempo. Oltre ad avere uno spazio nel cuore di Vicenza dove promuove la diffusione del contemporaneo attraverso iniziative artistiche di varia natura, Veronesi è una scultrice che si concentra in particolare sulla figura umana, di cui plasma insieme movimento e raccoglimento, modellando la creta. L’artista terrà un workshop in cui gli insegnanti avranno modo di sperimentare e creare, attraverso un lavoro collettivo che li porterà a esplorare le forze della dimensione umana, cambiando la loro prospettiva: da docenti a studenti.

Nell’indagine del territorio spesso si torna a riflettere sull’uomo che abita e modifica l’ambiente.

Sì, e a questo proposito verrà approfondita una riflessione sulla condizione identitaria, attraverso l’analisi del lavoro di Andrea Rossi Andrea. L’artista, che collabora con Ardea occupandosi di didattica, ha ideato e realizzato, in dialogo con gli studenti, un percorso di arte relazionale, calando nella quotidianità degli strumenti di comunicazione il linguaggio dell’arte visiva. La sua opera sarà presentata grazie all’assistenza di Francesca Lora.
Infine, la riflessione sull’uomo e la sua azione nel territorio verrà proseguita da Metamorfosi Gallery con la presentazione del suo prossimo evento espositivo: War, quello che rimane. La mostra si inserisce nel festival internazionale Poetry Vicenza 2018 e ha come guest star Weiso, giovanissimo artista siriano residente in Germania. Il tema è quello della ricostruzione a partire dai frammenti dell’essere, ovvero dalle macerie materiali e morali lasciate dalla devastazione della guerra. Un processo lento, ma costante e vitale, che porta alla nascita di una nuova società, di una nuova etica, di una nuova sensibilità.

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